Riforma Europea sul Copyright: il punto della situazione

Il 26 Marzo 2019 è stata approvata in Parlamento Europeo la riforma sul copyright. Era stata approvata in sede preliminare a settembre del 2018. Se passerà anche al Consiglio dell’UE (la fase finale) sarà approvata in via definitiva. Dopo l’approvazione, gli stati dovranno recepirla e renderla legge nel proprio paese. Passati due anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sarà operativa a tutti gli effetti.

Articolo 11 e Articolo 17 (ex art.13)

Al centro del dibattito ci sono l’articolo 11 e l’articolo 17 (ex art. 13). 

L’articolo 11, definito tassa sui link, prevede di elargire un compenso agli autori dei contenuti che vengono pubblicati sulle piattaforme online come Google News, Facebook o YouTube. Questo compenso sarà erogato agli editori che dovranno dividerlo con gli autori, pagando una licenza di utilizzo dei contenuti. Gratuitamente si potranno utilizzare solo degli snippet di testo ridotti a pochi caratteri e forse non potranno includere delle foto. Dico forse perché la riforma non specifica ne il numero di caratteri ne la libertà di utilizzare le foto. Questo punto non è ancora chiaro e mi auguro verrà definito con correttezza. 

L’articolo 13, sul controllo dei contenuti, prevede che le stesse piattaforme online si organizzino per prevenire le violazioni dei diritti di autore, tutelando chi produce e distribuisce i contenuti come i giornalisti, i musicisti, le case discografiche. Questi controlli dovranno essere effettuati a monte, impedendo il caricamento di questi contenuti all’origine. Questo punto viene definito come una vera e propria censura che metterebbe a rischio la libertà della rete.

Riforma poco chiara

Tantissime perplessità accompagnano la riforma, che non definisce in maniera netta quali sono le distinzioni tra una violazione del copyright, quand’è che un’immagine è definita satirica e quindi esente dal diritto d’autore, quanto potranno essere lunghi gli snippet utilizzabili gratuitamente dalle piattaforme di content e news sharing.

Non definisce neanche neanche delle linee guida di adeguamento per i paesi, che saranno liberi e autonomi nell’applicazione della riforma. 

Ma non doveva essere una riforma che avrebbe unificato la tutela sul diritto d’autore in tutta Europa? 

Quali contenuti continueranno ad essere liberi?

Le enciclopedie online come Wikipedia saranno esenti dalla riforma, saranno esclusi anche i contenuti utilizzati solo a livello didattico e di ricerca, i contenuti satirici (come i meme), le recensioni, le caricature, le parodie e le citazioni, saranno esclusi anche gli snippet ridotti a pochi caratteri e privi di immagini (forse, non si è ancora ben capito.)

Come verrà definita la differenza tra un meme e un’immagine coperta da copyright? 

Quanto potranno essere lunghi gli snippet?

Questi, e altri punti, non sono ancora molto chiari.

Esenzioni dall’articolo 17

Le start up che hanno meno di 10 milioni di fatturato, 5 milioni di utenti mensili e meno di 3 anni di operatività saranno esenti dal controllo dei contenuti. 

I paesi dovranno adeguarsi autonomamente stilando una legge

Se la riforma verrà approvata anche in Consiglio UE i paesi dovranno adeguarsi in autonomia e pubblicare una legge. Purtroppo non è chiaro in che modo debbano adeguarsi, cosa possono e non possono fare, andando a creare dei buchi legislativi che potranno essere sfruttati dai colossi del web e andranno a danneggiare le piccole/medie imprese e gli autori stessi dei contenuti.

Conclusione

La riforma europea sul copyright è stata approvata con troppe zone grigie, troppi punti non definiti  e lascia troppa libertà d’interpretazione alle parti coinvolte ed ai governi che dovranno metterla in atto e trasformarla in legge. 

Cosa succederà quando diventerà definitiva? Chi sarà a rimetterci?

Saranno realmente tutelati i creatori di contenuti e i detentori dei diritti d’autore o verra solo penalizzata la rete privandola di fatto di una libertà d’espressione che l’ha sempre contraddistinta?

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